Solo qualche giorno fa- il 23 Aprile- è uscito nelle sale cinematografiche italiane il nuovo film di "Alejandro Amenàbar" che racconta la storia della filosofa "Ipazia di Alessandria" vissuta intorno al IV secolo. Una donna dalle capacità intellettuali elevate; eccelse nella libertà di parola e di azione grazie alla sua cutura nei riguardi dei capi di città nonostante la sua condizione di "donna".
Per questo la sua figura creava non pochi problemi a coloro che in quel periodo diffondevano il Cristianesimo. Ipazia si opponeva alla conversione forzata e per questo suo opporsi venne uccisa.
Viene da chiedersi perchè la Chiesa non veda di buon occhio questo kolossal, il film stesso ripercorre il contesto storico nel quale viveva la protagonista, è un film contro gli estremisti più che contro la Chiesa.
Nel film si possono cogliere dei punti chiave attraverso il contesto, le situazioni e i comportamenti dei protagonisti, punti che sono all'ordine del giorno e che automaticamente ci portiamo dietro da tempi remoti. La libertà di pensiero, l'inferiorità femminile, l'intolleranza religiosa e l'estremismo religioso, tematiche che tutt'oggi cerchiamo invano di combattere.
Si dovrebbe, invece, prender spunto da tali menti, una donna senza paura perchè rassicurata dalla sua cultura, capace di esprimere il proprio pensiero nonostante le circostanze del suo tempo.